Tutti abbiamo letto sui giornali, o almeno visto in Tv, le
notizie su Mafia Capitale. Perché allora leggere “Nel Mondo di Mezzo - Il
romanzo di Mafia Capitale”? Massimo Lugli è un cronista di nera della
“Repubblica”, ma anche un autore di
romanzi noir, che amo leggere in entrambe le “versioni”. In quest’ultimo libro
il suo alter ego, il solito Marco Corvino, riesce a penetrare nel cuore “nero”
di Roma, con il rigore di chi è giornalista da una vita e, nello stesso tempo,
con l’abilità di chi sa creare personaggi fittizi assai verosimili.
Così verosimili che la lettrice attenta si chiede se, ad
esempio, anche Sofia Di Gianmarco, la negoziante ricattata dai cravattari, o
Raffaele Nardelli, il suo irascibile amante, siano persone in carne e ossa come
l’assessore Quattordici, l’ex terrorista nero Carmine Del Marzo o la
criminologa Rossella Bruzzi. Ma anche chi non fosse interessato alla cronaca
politica e giudiziaria di Roma, leggerà comunque il romanzo d’un fiato. La
suspense è sempre elevata dall’inizio alla fine, pure dove Corvino, a tratti,
ci fa partecipi della dolorosa impossibilità, come giornalista, di essere utile
alle vittime del crimine che incontra nel suo lavoro.
Un cronista crepuscolare che ogni giorno deve fare i conti con la
paura del prepensionamento, le discussioni con la ex-moglie a causa del figlio
adolescente, il carattere insopportabile del capo, al giornale, e della
compagna, nel tempo libero. Un cronista acciaccato, malinconico, non certo il
Carl Berstein di “Tutti gli uomini del presidente”. E proprio per questo motivo
ci risulta simpatico, nella sua umanità piena di difetti, mentre lo guardiamo
arrancare nella sua vecchia auto, litigando con il traffico caotico (colpa del
sindaco ciclista!) e con il cellulare nuovo che non riesce a usare.
Insieme a lui entriamo nella ragnatela di politica - mafia - delinquenza comune che sta soffocando
Roma. Volete capire come e perché è nato l’affare del decennio sulla pelle
degli immigrati? O non sapete, per fortuna, come funziona il meccanismo dello
strozzinaggio? Massimo Lugli scrive e descrive con mestiere, dove serve
attraverso scene efferate e crudeli, ma senza compiacimento. Sempre con l’ansia
di raccontare seriamente ed efficacemente chi sono e come agiscono i “cattivi”.
E con l’empatia necessaria a comprendere sia le vittime, sia chi, da vittima, a
volte diventa piccolo carnefice.
Un libro da leggere per chi ama Roma. E anche per chi la
detesta.