venerdì 11 settembre 2015

"Nel mondo di mezzo. Il romanzo di mafia capitale" di Massimo Lugli. Da leggere per chi ama Roma. E per chi la detesta.






Tutti abbiamo letto sui giornali, o almeno visto in Tv, le notizie su Mafia Capitale. Perché allora leggere “Nel Mondo di Mezzo - Il romanzo di Mafia Capitale”? Massimo Lugli è un cronista di nera della “Repubblica”,  ma anche un autore di romanzi noir, che amo leggere in entrambe le “versioni”. In quest’ultimo libro il suo alter ego, il solito Marco Corvino, riesce a penetrare nel cuore “nero” di Roma, con il rigore di chi è giornalista da una vita e, nello stesso tempo, con l’abilità di chi sa creare personaggi fittizi assai verosimili.

Così verosimili che la lettrice attenta si chiede se, ad esempio, anche Sofia Di Gianmarco, la negoziante ricattata dai cravattari, o Raffaele Nardelli, il suo irascibile amante, siano persone in carne e ossa come l’assessore Quattordici, l’ex terrorista nero Carmine Del Marzo o la criminologa Rossella Bruzzi. Ma anche chi non fosse interessato alla cronaca politica e giudiziaria di Roma, leggerà comunque il romanzo d’un fiato. La suspense è sempre elevata dall’inizio alla fine, pure dove Corvino, a tratti, ci fa partecipi della dolorosa impossibilità, come giornalista, di essere utile alle vittime del crimine che incontra nel suo lavoro.

Un cronista crepuscolare che ogni giorno deve fare i conti con la paura del prepensionamento, le discussioni con la ex-moglie a causa del figlio adolescente, il carattere insopportabile del capo, al giornale, e della compagna, nel tempo libero. Un cronista acciaccato, malinconico, non certo il Carl Berstein di “Tutti gli uomini del presidente”. E proprio per questo motivo ci risulta simpatico, nella sua umanità piena di difetti, mentre lo guardiamo arrancare nella sua vecchia auto, litigando con il traffico caotico (colpa del sindaco ciclista!) e con il cellulare nuovo che non riesce a usare.

Insieme a lui entriamo nella ragnatela di politica -  mafia - delinquenza comune che sta soffocando Roma. Volete capire come e perché è nato l’affare del decennio sulla pelle degli immigrati? O non sapete, per fortuna, come funziona il meccanismo dello strozzinaggio? Massimo Lugli scrive e descrive con mestiere, dove serve attraverso scene efferate e crudeli, ma senza compiacimento. Sempre con l’ansia di raccontare seriamente ed efficacemente chi sono e come agiscono i “cattivi”. E con l’empatia necessaria a comprendere sia le vittime, sia chi, da vittima, a volte diventa piccolo carnefice.


Un libro da leggere per chi ama Roma. E anche per chi la detesta.