Non è facile scrivere de “ L’abisso ”, lo spettacolo che Davide
Enia ha portato in scena al teatro India il mese scorso, e ora in tournèe in
tutta Italia. L’autore/attore con questa
pièce scardina le nostre difese interiori, e attraverso il racconto di un naufragio
personale e sociale ci interroga e ci coinvolge.
Dal suo romanzo “ Appunti per
un naufragio ”, ed. Sellerio, che consiglio a tutti di leggere, Davide Enia porta
sul palcoscenico due drammi, quello degli immigrati che arrivano a Lampedusa,
quando non muoiono prima in mare. E poi il dramma di un pugno di uomini e donne
di buona volontà che cercano di strapparli alle onde, alle navi malconce e ai
barconi fradici per portarli sulla terraferma. In mezzo c’è lui, Davide, giunto
a Lampedusa con il padre, e in costante contatto telefonico con lo zio, che sta
lottando contro un tumore.
Ascoltando i racconti della coppia di amici che li ospita,
dei volontari e dei pescatori di Lampedusa, Enia tace. Lascia scorrere davanti
a noi i gesti, le frasi mozzate, le lacrime di chi salva e di chi è salvato.
Pare quasi che a narrare “L’abisso” siano più adatte le fotografie del padre,
uomo taciturno, che proprio a Lampedusa inizia a riempire i tanti silenzi nel
suo rapporto con Davide.
Dopo aver letto “ Appunti per un naufragio ”, avevo visto il
nucleo dello spettacolo inserito
nel lunghissimo, eterogeneo e discontinuo, “ Ritratto di una nazione. L’Italia
al lavoro ”, in scena al Teatro Argentina nell’inverno 2017. Il pezzo di Davide
era di gran lunga fra i più incisivi ed emozionanti fra quelli proposti.
Rivisto il mese scorso al Teatro India, nella sua interezza e compiutezza, “ L’abisso ” mi ha colpito al cuore nuovamente.
E insieme mi pare che Davide Enia abbia
affinato nel frattempo il suo “cuntu”, sfrondandolo dall’energia eccessiva che forse
tratteneva in sé, in questi undici anni in cui è stato lontano dalle scene per
dedicarsi alla scrittura di romanzi tradotti, pubblicati e premiati in tutta
Europa.
Accompagnato come sempre dal musicista Giulio Barocchieri,
anche lui palermitano, Davide Enia ha asciugato, scolpito, impresso nelle anime
degli spettatori il dramma di Lampedusa. Consapevole che “le nostre parole non
riescono a cogliere appieno la loro verità…ma la storia della migrazione
saranno loro stessi a raccontarla…ci vorranno anni…e saranno loro a spiegarci
cosa è diventata l’Europa e a mostrarci, come in uno specchio, chi siamo
diventati noi." (cit.“Appunti per un naufragio”).
Ma nel frattempo, noi italiani, noi europei,
saremo ancora in grado guardarci allo specchio o troveremo solo l'abisso davanti e attorno a noi?
in tournée nei teatri di tutta Italia
“ L’ABISSO “ tratto da “Appunti per un naufragio” (ed. Sellerio) in
Spettacolo di e con Davide Enia
Musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri.
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo,
Accademia Perduta – Romagna Teatri
La locandina dello spettacolo è dell'artista Silvia Giambrone.