martedì 12 aprile 2022

" LA PROSPETTIVA DELL'ASSASSINO " di Fabio Marricchi, una raccolta di racconti bizzarri.






Il titolo del libro non deve trarre in inganno: questa di Fabio Marricchi è una raccolta smilza e variegata di racconti abitati da persone comuni, quasi banali.  Il racconto che dà il titolo alla raccolta è uno dei miei preferiti, dove il protagonista, il lettore Walter – così viene nominato dall’autore – legge, come fosse una mise en abyme, un racconto giallo ambientato negli anni Cinquanta. Tutto quello che gli accade sembra essere meno importante del libro, perché vuole scoprire chi sia l’assassino. Ma, nello stesso tempo, mentre girovaga per la città e per un centro commerciale, non si accorge che la storia che sta leggendo è simile a quella che sta vivendo con Paola, la sua donna. Non aggiungo altro perché il racconto è davvero particolare e il personaggio Walter, nel suo eterno girovagare quasi senza meta, è ben costruito.

Il racconto “ Scuola di periferia “ è un altro che mi ha colpito nel suo narrare la prima esperienza di un giovane insegnante di italiano. La timidezza e la mancanza di d’esperienza del giovane piano piano si trasformano in fermezza. Questo avviene quando redarguisce due suoi alunni che si sono picchiati in classe. Dalla presa di posizione del giovane, gli studenti lo riconoscono finalmente come loro professore.

Ma il racconto che ho amato di più è senz’altro “ Il macinacaffè elettrico “. Il protagonista è Alberto di quindici anni, che ha un fratello di diciassette e uno più piccolo di cinque. In famiglia la mamma lavora come infermiera e arrotonda facendo punture a domicilio e curando persone anziane. Del padre l’autore non ci svela la professione, ma solo che passa poco tempo in casa. Tutto il racconto ruota attorno alla passione del padre per ogni nuovo ritrovato tecnologico: lavastoviglie, frullatore, phon, televisore nuovo. L’ultimo ritrovato che arriva in casa è un macinacaffè , perché secondo il padre di Alberto il caffè appena macinato è tutta un’altra cosa rispetto a quello confezionato che si compra in drogheria. Attorno al macinacaffè si costruisce il rito della colazione famigliare di domenica. Prima il padre e il fratello maggiore macinano il caffè svegliando tutti, poi il resto della famiglia si alza per bere il caffè. Ed è proprio quell’oggetto quasi magico che segnerà il passaggio di Alberto all’età adulta, quando il padre se ne andrà di casa e nessuno userà più il macinacaffè.

Nell’insieme una bella raccolta di racconti con uno stile riconoscibile in tutti e personaggi verosimili anche quando sono stralunati. Forse una seconda occhiata dell’editor avrebbe giovato alla compattezza del libro, dato che – per esempio - nell’ultimo racconto si parla di cellulari, mentre nei precedenti si nominano ancora le lire.




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