sabato 25 gennaio 2020

" Un inutile delitto " di Jill Dawson, quando le vittime non sono tutte uguali.






" Un inutile delitto " di Jill Dawson, scrittrice inglese e docente di scrittura creativa, è il secondo pubblicato in Italia da Carbonio Editore dopo “ Il talento del crimine ”.

L’autrice si ispira a un fatto di cronaca vera, anzi un vero e proprio cold case, avvenuto a Londra nel 1974. Nel romanzo narra le vicende di Amanda River, detta Mandy, una giovane che fugge dal suo villaggio di Thetford nel Cambridgeshire per andare a lavorare come babysitter a Londra. Uso il verbo “fuggire” non per caso, ma proprio perché Mandy se ne va all’insaputa della sua famiglia, dopo essere stata tormentata per anni da una madre anafettiva e crudele. 

Dietro di sé Mandy lascia un’adolescenza che ha significato essere vittima di uomini più grandi, egoisti e calcolatori, e le disavventure amorose non hanno lasciato come conseguenza soltanto cicatrici nella sua anima…

Arrivata a Londra, Mandy crede di aver trovato il paradiso: lontano dai giudizi cattivi della madre, in compagnia dell’amica Rosemary, può essere finalmente indipendente grazie al suo lavoro: tata per i figli dei conti di Morven. Da subito Mandy si rende conto che i due bambini, James di 10 anni e Pamela di uno, hanno i genitori devastati dalla fine del loro matrimonio. Infatti la madre passa le giornate fra Tv e psicofarmaci, mentre il padre ha ingaggiato degli investigatori privati che girano sempre intorno casa per controllare la ex moglie. 

Nonostante l’atmosfera non sia delle migliori, Mandy cura con attenzione i bambini affidatigli che si affezionano a lei. Così riesce anche a vivere finalmente la parte di giovinezza che aveva perso: in un pub conosce Neville, un uomo dal passato misterioso, con il quale intreccia una relazione molto intensa. 

Ma l’instabilità mentale del conte di Morven non viene compresa fino in fondo da Mandy, nonostante una vacanza passata con lui e con i figli. E nemmeno l’amica Rosemary, che pare una inesperta Cassandra, riesce a intuire la vera natura dell’uomo.

Quando la tragedia si compie, Mandy diventa una vittima senza diritti, un nome sui giornali di cronaca nera. Ben altro spazio viene lasciato ai conti di Morven. Ma non aggiungo altro perché sempre di un noir ad altissima tensione si tratta.

Jill Dawson, dedicando questo libro a Sandra Rivett, la vera vittima alla cui vicenda si è ispirata, ha creato un libro sferzante, ruvido, dallo stile incisivo e senza sconti, e tuttavia è riuscita a guardare il mondo con gli occhi innocenti e ingenui di Mandy e Rosemary. 

Ci ha così restituito i personaggi delle due ragazze con profonda umanità, senza mai cadere nel patetico, anche se la sottoscritta, per motivi personali, si è commossa in più punti del libro. “ Un inutile delitto “ è un romanzo che va oltre le categorie del thriller o del noir, un grande affresco sulle differenze sociali e sulla vita, spesso sacrificata, delle ragazze di provincia, di qualsiasi provincia in qualsiasi nazione.

Jill Dawson è senz’altro una brillante scoperta della Carbonio Editore, e dopo questo libro ho iniziato subito a leggere il precedente “ Il talento del crimine ”: mi auguro che vengano pubblicate presto anche le altre sue opere.



Questa recensione è stata scritta originariamente per MilanoNera e la leggete anche qui:






sabato 18 gennaio 2020

" Il boia " di Eduard Limonov, o di come avere successo grazie al sesso sadomaso







“ Il boia “ di Eduard Limonov, edizioni Sandro Teti, è stato scritto dall'autore e pubblicato solo in Francia negli anni '80 e successivamente in Russia, ottenendo uno straordinario successo di vendita. Limonov, come tutti i grandi romanzieri russi, crea un romanzo attorno a un unico personaggio, Oscar, e su un tema essenziale che in questo caso è l’ascesa del protagonista, nella società bene di New York,  grazie al sesso.

L’editore Sandro Teti lo ripropone ora ai lettori italiani: “Il boia”, già dal titolo e dalla copertina inquietante, non è un libro facile da leggere (e nemmeno da digerire). Oscar è un immigrato polacco trentenne che aveva aspirazioni letterarie a cui ha rinunciato senza nemmeno provare a scrivere, e ora vive alla giornata a New York. Quando incontra un ricchissima donna dell’alta società, che lo coinvolge in una relazione sessuale sadomaso, Oscar comprende quale è il suo posto a New York: diventerà il “boia” della donne, utilizzando il sesso sadomaso a pagamento.

Nella sua ascesa repentina nell’upper society, Oscar mette a nudo i vizi e le perversioni di tutti i personaggi che incontra, ma nel frattempo continua a provare gelosia per Natasa, bellissima ragazza russa che vive facendosi mantenere da uomini ricchi. In lui ci sono la vitalità grottesca dell’uomo che si traveste da boia, per infliggere alle sue vittime paganti i più fantasiosi strazi nella carne, che servono a godere di più. La sua trasformazione in uomo ricco e ben vestito non porta però soddisfazione nella sua vita. In fondo rimane sempre l’immigrato polacco Oscar, votato all’autodistruzione, nonostante l’energia che pare trasfondere nelle sue clienti ricchissime, potenti e sofferenti di solitudine.

Eduard Limonov non ci nasconde niente, pare volerci buttare in faccia la realtà più misera e tetra delle persone nelle loro camere da letto. E non lo fa per stupirci o attirare attenzione su un romanzo davvero unico; è come se a ogni passaggio di girone infernale Oscar ci dicesse: vedete, questo è il mondo, questo sono io, ma siete anche voi se solo aveste il coraggio di confessare le vostre inclinazioni perverse.

In sostanza “Il boia“ è un libro antipatico e urtante, come il suo autore, e leggendolo a volte si è tentati dal lasciarlo cadere. Ma il ritmo e lo stile energico impresso da Limonov e la curiosità di vedere come va a finire il protagonista, ci portano fino all’ultima pagina. Un romanzo che non lascia indifferenti e che meritava di essere pubblicato dopo tutti questi anni di oblio.


" Il boia " di Eduard Limonov, Sandro Teti Editore, sono circa 300 pagine avvincenti e malinconiche insieme, che potete trovare sia in versione cartacea sia in ebook su tutti i siti online. Il traduttore del romanzo è Federico Pastore.





Queste recensione è stata scritta originariamente per MilanoNera, e infatti la trovate anche qui:



domenica 5 gennaio 2020

" Anime antiche " di Stefania Convalle, e l'amore che oltrepassa i secoli.





In occasione dell’ultima edizione di Più Libri Più Liberi, a Roma, ho avuto il piacere di conoscere Stefania Convalle, la sua casa editrice Edizioni Convalle e il suo simpatico marito che crea copertine indimenticabili. Quale occasione migliore per acquistare fra le migliaia di libri presenti anche il suo romanzo “ Anime antiche ”? (che indubbiamente mi chiamava, come capirete leggendo fino in fondo).

La prima notazione è che questo romanzo è polifonico, ha più voci narranti, o come direbbe un critico serio, ha vari pdv. I protagonisti infatti sono fondamentalmente quattro: Muriel, Greg, Lorenzo e Luna, quattro personaggi che non potrebbero essere più differenti per provenienza, esperienze di vita e soggettività interiore. Che poi, parlando di provenienza, impossibile comprendere da dove venga realmente Greg, ma non voglio svelare troppo del mistero. 

Ecco, è proprio un’atmosfera misteriosa che avvolge i quattro personaggi che si ritrovano, più volte, a incrociare le loro vite, nel presente e nel passato. Greg è l’unico dei quattro ad avere l’esatta percezione del suo passato e presente, e persino del suo futuro, così come del passato degli altri. Infatti ricorda con intensità e precisione i suoi incontri con Muriel e Lorenzo nelle vite passate. 

Non vorrei che, leggendo fin qui, si pensasse che “ Anime antiche "  sia un romanzo sulla reincarnazione tout court. O meglio, in parte lo è, ma Stefania Convalle descrive con tale delicatezza e con un'indagine psicologica così verosimile tutti i personaggi, che il tema passa in secondo piano.

Per questo il romanzo può essere amato da lettori e lettrici di ogni età e credenza, anche da chi si ritiene molto razionale come la sottoscritta. “ Anime antiche “ sono tutte quelle persone che credono ancora che l’amore leghi in modo indissolubile, e spesso imperscrutabile, il destino di tutti. Sta poi a ciascuno di noi intuire nello sguardo di chi incrociamo, magari anche solo per un attimo, la reminiscenza di un legame passato.

Un romanzo davvero poetico, che si legge in un soffio, e che quasi vorrei avesse un seguito per incontrare ancora quei personaggi ai quali mi sono molto affezionata.



" Anime antiche " di Stefania Convalle, Edizioni Convalle, è un agile romanzo di 212 pagine che trovate in versione cartacea su tutti i siti online o chiedendo direttamente a Stefania!