martedì 5 maggio 2015

" Se Dio vuole" abbiamo un bel film italiano.





Per tutti quelli che si lamentano della scarsa qualità e ripetitività delle commedie italiane al cinema, ecco finalmente un film che ha tutte le carte in regola per piacere. 

Edoardo Falcone, al suo esordio alla regia, riesce a creare un’alchimia magica fra i due attori protagonisti, Marco Giallini e Alessandro Gassmann.  Per Gassmann una parte diversa dalle ultime interpretate (che pian piano lo fanno avvicinare all’irraggiungibile Vittorio): qui non è il solito sbruffone, senza cultura né principi, ma un prete “di frontiera”. Dove per frontiera si intende la metropoli romana, piena di giovani e meno giovani che hanno tante urgenze inespresse: il lavoro, l’amicizia, la comunicazione con gli altri. La prima apparizione di Gassmann/Don Pietro nel film ce lo mostra come un ibrido fra un divo rapper e un predicatore americano (che parla in romanesco).

Il suo carisma straordinario ha conquistato anche Andrea, il figlio di Marco Giallini/Tommaso, cardiochirurgo di successo con poca empatia e assai meno esitazioni. Andrea è l’unica persona sulla quale Tommaso proietta il suo affetto e le sue aspettative: sta studiando medicina e diventerà un ottimo  medico. L’altra figlia di Tommaso, Bianca, una divertente Ilaria Spada, non è che una povera stupida che passa le giornate dividendosi fra la tv e il marito Gianni, agente immobiliare (definito da Tommaso “il pusillanime”). Nemmeno la moglie di Tommaso, Carla, una sfiorita e intristita Laura Morante, riesce ad avere un suo ruolo come madre e moglie. 

Tutto ruota attorno al figlio perfetto, fino al momento in cui Andrea comincia a chiudersi in se stesso, a non studiare più. Per Tommaso non può che esserci una spiegazione: Andrea è gay, ma non ha il coraggio di fare outing. Per questo Tommaso, che non solo è ateo convinto, ma è anche sinceramente senza pregiudizi in materia di scelte sessuali, prepara tutta la famiglia a questa rivelazione. 

La sorpresa per lui, e per il resto della famiglia, sarà invece assai amara, quando Andrea confesserà che ha deciso di diventare prete e abbandonare gli studi di medicina. A questo punto la commedia poteva scadere nello stereotipo: meglio un figlio gay o un figlio prete nella società di oggi? La regia di Falcone, sorretta da ottimi dialoghi e dalla credibilità dei personaggi di Gasmann e Giallini, scompagina invece tutti i preconcetti sulla fede e sull'agnosticismo, senza mai porsi dalla parte della Chiesa o dei “credenti in altro”. La vocazione di Andrea spingerà tutti i personaggi del film, a partire dallo scettico e sospettoso Tommaso, fino alla moglie Carla e alla figlia Bianca, a rivedere la propria vita e le proprie convinzioni e abitudini. 

Il ritmo del film rimane, per tutta la sua durata, brillante, fresco. Si sorride e si ride di gusto ma con leggerezza, laddove, in altre commedie italiane, le battute su simili temi sarebbero state volgari e scontate. Ad ogni angolo di svolta (e ce ne sono varie), la verosimiglianza non viene a mancare, grazie alla sceneggiatura e ai due attori protagonisti. E nello stesso tempo si lasciano intuire spunti di riflessione, per chi vorrà pensarci dopo essere uscito dal cinema. Ottima anche la colonna sonora, con una bellissima canzone di De Gregori alla fine.

In conclusione una piccola perla di film, che smentisce tutti gli spettatori (e i critici) che ritengono che il cinema italiano sia morto.