domenica 27 agosto 2017

" La donna di ghiaccio " di Robert Bryndza e le prime indagini dell'investigatrice Erika Foster in una Londra multiforme.







Niente di meglio per sfuggire al caldo torrido di queste settimane che tuffarsi nel gelo invernale londinese leggendo “ La donna di ghiaccio ” di Robert Bryndza. Infatti è proprio nell’acqua ghiacciata di un parco di Londra che viene trovato il cadavere di Andrea Douglas-Brown. Figlia bellissima e molto viziata di un politico laburista, pare essere stata vittima di una doppia vita di cui né il fidanzato né la famiglia erano a conoscenza.

La detective Erika Foster, però, non si lascia ingannare dalle apparenze e indaga senza farsi alcuno scrupolo anche nell’ambiente famigliare altolocato. Un bel personaggio questa Erika: non più giovane, ha visto morire davanti a sé il marito durante un’azione di polizia. Viene richiamata a lavorare a Londra in parte per la sua abilità investigativa, in parte perché è slovacca come la madre della giovane vittima. Ma entrambe queste caratteristiche diventano subito un’arma a doppio taglio. Erika, con il suo piglio deciso, si inimica subito i famigliari della vittima e anche alcuni nuovi colleghi per il suo metodo di indagini poco ortodosso.

E’ interessante vedere come l’autore riesce a mostrarci le differenze profonde e visibili fra un quartiere e l’altro di Londra, anche quando sono abbastanza contigui. Nello stesso tempo proprio perché Erika Foster, la protagonista, è inglese ma di origine straniera, attraverso le sue vicissitudini comprendiamo le disparità di trattamento, anche da parte della polizia, verso le classi sociali elevate rispetto ai meno abbienti, che finiscono spesso ai margini della società.

Il thriller comunque ha un notevole ritmo narrativo e vari colpi di scena inaspettati prima di arrivare alla cattura del colpevole (o dei colpevoli, lascio in sospeso per i lettori…). La figura anonima che segue la protagonista per buona parte del romanzo è sicuramente un escamotage che aggiunge suspense alla vicenda. 

Quello che forse manca è un maggiore approfondimento sul carattere e sul passato di Erika Foster, ma essendo il primo giallo di Robert Bryndza con questa protagonista e visto il grande successo fra i lettori inglesi e le numerose traduzioni in altri paesi, mi aspetto di trovare un personaggio più definito nel prossimo libro con la stessa protagonista.


" La donna di ghiaccio " di Robert Bryndza tradotto dall'inglese da Sandro Ristori è pubblicato in Italia da Newton Compton Editori: 370 pagine di brividi che potete leggere sia in versione cartacea sia in versione ebook. 

Robert Bryndza è uno scrittore inglese che, dopo aver scritto vari romanzi di genere rosa, ha esordito nel thriller con " La donna di ghiaccio ", il primo di una serie con Erika Foster protagonista. 



Recensione scritta originariamente per MilanoNera: la potete leggere sul sito cliccando qui





venerdì 4 agosto 2017

Intervista a Rosa Teruzzi: scopriamo di più sull'autrice de "La fioraia del Giambellino"







Il caldo torrido imperversa in tutta Italia. Istruzioni di sopravvivenza: bere molta acqua, non uscire nelle ore più calde e..... scegliere libri con i brividi: gialli, noir, thriller. E magari leggere anche le mie INTERVISTE DA BRIVIDO. Una nuova rubrica, un nuovo tag del mio blog, dove troverete riunite le mie interviste ad autrici e autori di questi generi letterari, effettuate dalla sottoscritta grazie alla collaborazione con MilanoNera. 
Partiamo subito con Rosa Teruzzi, la bravissima (e simpatica) scrittrice milanese, che ci parla del suo ultimo romanzo "La fioraia del Giambellino". Se non avete ancora letto la mia recensione del giallo, la potete trovare sia sul sito di MilanoNera sia sul blog cliccando qui

P.s. Persone bene informate mi dicono che Rosa Teruzzi è già al lavoro sul prossimo libro con le tre scatenate investigatrici. Siete ancora in tempo per mettervi alla pari con le puntate precedenti...

In questo romanzo giallo le protagoniste sono tre donne: pensi che la figura dell’investigatrice sia ancora poco sfruttata dagli autori italiani?
Alcuni dei miei detective letterari preferiti sono donne: la Precious Ramotswe di Alexander Mc Call Smith, per esempio. Oppure Agatha Raisin, Petra Delicado, per non parlare dell’inarrivabile Miss Marple. E ci sono figure di investigatrici donne nei romanzi di Carlo Lucarelli, Grazia Verasani, Elisabetta Bucciarelli e tra i Bastardi di De Giovanni, per citarne solo alcuni. Forse però mancava un terzetto di detective composto da mamma (Libera), nonna (Iole) e figlia (Vittoria).  Non c’è stata nessuna scelta ideologica o di marketing  nel formare un trio così. Le mie donne mi si sono semplicemente presentate e trovo affascinante farle interagire. Spesso sono io la prima ad essere sorpresa dalle loro uscite.

Nel romanzo seguiamo anche le vicende sentimentali di Iole, Libera e Vittoria. Ritieni che i tuoi romanzi gialli siano più adatti a un pubblico di lettrici o pensi che anche uomini amanti del genere possano affezionarsi a questi tre personaggi?
Alcuni lettori maschi mi hanno confessato di trovare intrigante l’indecisione sentimentale di Libera tra Gabriele, il poliziotto, e Furio, il cuoco e ancora di più la faccia tosta di Iole con i suoi amanti. Ho ricevuto commenti piuttosto pepati su quest’argomento. Però sì, sono convinta di avere molte più lettrici donne. Alcune di loro si immedesimano nelle storie incasinate di mamma, nonna e figlia.

La tua esperienza come giornalista di cronaca nera per La Notte e come caporedattore di Quarto Grado è stata indispensabile per scrivere i tuoi romanzi, oppure hai cercato di servirtene solo come spunto di partenza?
In realtà io scrivo gialli da prima di diventare giornalista, ho sempre e solo scritto gialli perché amavo leggerli. Nei miei romanzi non mi sono mai ispirata a una storia di cronaca che ho seguito per lavoro. Troverei ripugnante attribuire alla vittima, alla sua famiglia (ma anche ai carnefici) pensieri, propositi o emozioni di fantasia. Ma è indubbio che tanti anni passati sui faldoni di documenti legali e a contatto diretto con le persone coinvolte nei fatti di cronaca siano entrati nel mio bagaglio di scrittore. E naturalmente lo stesso è successo per le tecniche di investigazione: Libera e Iole non hanno a disposizione provette di Dna o tabulati telefonici. Devono basare le loro inchieste sull’osservazione dei luoghi e l’ascolto delle persone, proprio come facevamo noi, vecchi cronisti di nera.


A volte si dice che gli scrittori mettano un po’ di sé in ogni personaggio che descrivono. Se è così, quali caratteristiche del tuo carattere si possono ritrovare nelle tre donne di “La fioraia del Giambellino” ?
A Vittoria, la giovane poliziotta, ho prestato la mia sete di giustizia e il mio rigore che mi fanno talvolta passare per una rompiscatole. A Libera, l’indole romantica e sognatrice e la passione per i romanzi e la natura. Iole è il mio personaggio preferito: le ho attribuito la leggerezza che non ho, la capacità di giocare il gioco della vita con l’intensità dei bambini e la loro gioia.

Nelle descrizioni accurate di Milano si percepisce nettamente il tuo amore per la città in cui vivi e lavori. Riesci a immaginare di poter scrivere, in futuro, un giallo con le stesse protagoniste ma ambientato altrove?
Una parte del prossimo romanzo sarà ambientato sui monti della Sila, in Calabria e una parte sul lago di Como, nel paese che ho scelto come luogo della scrittura. Io so raccontare solo quello che conosco: per “La fioraia del Giambellino” ho visitato più volte Pasturo, il piccolo centro della Valsassina dov’e’ sepolta una poetessa che amo, Antonia Pozzi. Forse in futuro Libera, Vittoria e Iole indagheranno in trasferta, non lo escludo. Ma il loro cuore (e il mio) resta a Milano, la città severa e generosa che mi ha accolto a vent’anni dandomi l’occasione di conoscere persone straordinarie e di realizzare molti dei miei obiettivi. Una città lontana dallo stereotipo di capitale della finanza, della moda e degli happy hour, dove vecchio e nuovo si mescolano e c’è spazio per inaspettati angoli di poesia.

Attendiamo con curiosità la pubblicazione del tuo prossimo romanzo, avremo forse alcune risposte precise sulla morte di Saverio, il marito di Libera?
Penso che le avrete. Io le ho avute. E mi hanno sorpreso.



Intervista per MilanoNera, la potete leggere anche in originale sul sito cliccando qui