martedì 13 maggio 2014

I consiglieri della fuffa.

...e poi c'è quella categoria di persone che, fortunate loro, non hanno mai letto un'inserzione né inviato un c.v. per cercare lavoro, né fatto colloqui, né tanto meno sono entrate in un'agenzia interinale o in un ufficio di collocamento. E nemmeno hanno un parente, un amico, un conoscente che abbia mai svolto un'azione di cui sopra. Fin qui non c'è niente di male, se non fosse che si ostinano a darti consigli su come cercare un impiego, costringendoti così a spiegare come funzionano, anzi non funzionano un'agenzia interinale o l'ufficio di collocamento. O che quando mandi dieci o cento c.v., rispondendo agli annunci di lavoro, nessuno ti scrive o ti telefona per ringraziarti o mandarti a quel paese, a meno che ti vogliano conoscere di persona.
E che se vuoi fare lo scrutatore o il presidente di seggio, durante le elezioni, è necessario essere iscritti a un albo e che no, non ci si può iscrivere agli albi due settimane prima delle elezioni, ma lo si può fare solo quando il Comune lo richiede.
Insomma cose abbastanza lapalissiane, per chi vive nel mondo reale.
Ma non per loro che, dopo le tue spiegazioni, continuano imperterrite a darti consigli su dove, come e quando cercare lavoro, con un sorrisetto sornione che maschera appena la commiserazione.
Perché, è ovvio, se non trovi lavoro forse è perché non sei tanto intelligente come credi.
Last but not least, alcune di queste persone si fanno anche pagare per elargire i loro preziosi consigli...

mercoledì 7 maggio 2014

...essere o non essere.... Seconda puntata: "Pornografia" con la regia di Luca Ronconi





Lo spettacolo, andato in scena al Teatro Argentina il mese scorso, è stata in assoluto la prima trasposizione teatrale del romanzo omonimo di Witold Gombrovicz, autore polacco: una scelta coraggiosa. Luca Ronconi non ha infatti creato una sceneggiatura per il teatro, ma ha mantenuto la struttura del romanzo originale, e gli attori infatti spesso ripetono, come per spiegare, le loro battute, a volte in prima persona, a volte in terza persona, con soggetto il proprio personaggio o un altro; a volte, ancora, esprimono ad alta voce, ma in prima persona,  i pensieri di un altro personaggio.
Una struttura narrativa complessa che, spiegata così, potrebbe far pensare a una eccessiva verbosità o prolissità dello spettacolo (che dura ben tre ore). Invece non vi è nulla di superfluo o ridondante. Lentamente l'evoluzione del rapporto fra i due protagonisti, Witold e Federico, avviluppa lo spettatore in una tela di ragno, lo incuriosisce fino ad attendere con loro il momento nel quale riusciranno a "catturare" le loro prede, i giovani ignari Enrichetta e Carlo.
Che cosa c'è di pornografico nel testo o nello spettacolo? Apparentemente nulla, ma è la pulsione dei due maturi protagonisti che, stanchi del loro rapporto, trovano nuova linfa osservando i due giovani, a diventare pornografica essa stessa. E dall'essere semplici "voyeur", in un crescendo di malcelata invidia per la giovinezza altrui e rabbia per la propria maturità (e vecchiaia incombente), i due uomini, non più contenti solo di osservare, vogliono che i due ragazzi si sentano attratti l'uno dall'altra.
Enrichetta è fidanzata con un giovane, la cui madre è "in odore di santità". Carlo vive fin da piccolo nella famiglia di Enrichetta come un fratello, ma i due si ignorano. Ma nulla può fermare Witold e Federico, ed ecco che, come in un teatro di burattini, i due riescono a muovere tutti i fili dei personaggi, in modo da ottenere l'effetto voluto. Non così facilmente come pensavano però, tanto che alla fine, per creare il legame fra i due ragazzi, arrivano a far compiere loro un omicidio gratuito. Solo a questo punto avverrà la catarsi di Federico (e l'orgasmo di Witold). 

Ma questo romanzo  pubblicato nel 1960 in Argentina, dove Gombrowicz viveva, e censurato in Polonia fino al 1986, è ancora attuale? Può suscitare interesse ed emozioni negli spettatori italiani di oggi? O abbiamo assistito alla messa in scena di un romanzo provocatorio, ma superato dai tempi?

Raramente ho visto un personaggio teatrale analizzare i propri e gli altrui sentimenti (e perversioni) così visceralmente e crudelmente, come un entomologo pazzo al microscopio. Così Witold ci porta a diventare tutti guardoni, mentre seguiamo gli stratagemmi suoi e di Federico, due uomini invecchiati che possono solo osservare, prima, la gioventù e la bellezza altrui (vorrebbero possederle entrambe, ma non possono), fino a sfruttarle e violentarle per provarne piacere. 

Terrore della vecchiaia e della morte, rimpianto per la bellezza e la gioventù perdute, vuoto esistenziale, noia, disinteresse totale per gli accadimenti esterni della società (il romanzo è ambientato nella Polonia della Seconda Guerra Mondiale). 
E ancora ricerca di un Qualcosa oltre i corpi e il sesso, dissacrazione iconoclasta dei dogmi cattolici, incarnati nel personaggio di Amelia, la madre "quasi santa" del fidanzato di Enrichetta, donna matura e ascetica, che viene scoperta a fare sesso con un giovanissimo e bellissimo ladro penetrato in casa. 
Questi temi vi toccano? Allora lo spettacolo di Ronconi vi avrebbe appassionato, come ha appassionato me e molti altri spettatori, che hanno sopportato pazientemente la riparazione di un meccanismo di una quinta inceppata, nella bellissima scenografia "animata", dopo appena dieci minuti dall'inizio dello spettacolo. 

E se pensate che sia una storia interessante ma assurda, quella di Witold e Federico, soffermatevi a osservare chi guarda molte trasmissioni televisive, dove i conduttori cercano di far fidanzare ragazze vistose con ragazzi ipertatuati, o donne mature con vecchi marpioni; o altre trasmissioni dove si manipolano imberbi ballerini e giovanissime cantanti che lottano con l'acne giovanile, in modo da farne dei divi (da una stagione). Pensate, pensate a cosa guardate e come guardate....

p.s. grazie per la pazienza nell'attesa agli affezionati lettori, purtroppo Roma (almeno per me) non è solo dolce vita, anzi non lo è quasi mai...