domenica 23 giugno 2019

" Buffet al veleno " di Brigitte Glaser, ovvero delitti nel mondo dell'alta cucina.







Con " Buffet al veleno. La cuoca Katharina e il terribile sospetto", siamo ormai al quinto libro dell'autrice tedesca Brigitte Glaser con protagonista la simpatica cuoca Katharina Schweizer. In questo romanzo la brillante cuoca deve affrontare un'indagine necessaria a salvaguardare la sua creatura, il "Giglio Bianco", raffinato ristorante sulla riva del Reno a Colonia.


Dato che il ristorante è frequentato dalla migliore clientela, ma gli affari non vanno benissimo, Katharina si ritrova ad arrotondare con il servizio di catering. Durante un ricevimento in un lussuoso e modernissimo grattacielo, la protagonista incrocia fra gli invitati Minka, che lavora per lei come lavapiatti. Se durante le serate lavorative la ragazza appare scialba e molto timida, in quell’occasione davanti agli occhi di Katharina si svela una ragazza sexy ed estroversa, che attira le attenzioni di tutti gli uomini presenti.

Minka nei giorni seguenti non si presenta al lavoro presso il ristorante, causando un notevole problema a Katharina che si trova sguarnita nel personale. Ma la catastrofe è dietro l’angolo: il corpo delle ragazza viene ritrovato nel Reno, e sulle prime le indagini portano a pensare a un suicidio. Katharina e la sua aiutante Arin, che era molto amica di Minka, sono molto scettiche su questo fatto, nonostante la doppia vita della ragazza morta dia adito a parecchie congetture. Ma quando le indagini cominciano a convergere sul probabile omicidio, ecco che il principale indagato è proprio Ecki, secondo chef del ristorante nonché compagno di vita di Katharina.

La povera donna deve anche fronteggiare l’ansia di dover chiudere il ristorante, non solo perché il suo compagno di lavoro e di vita si rende irreperibile, ma anche perché l’anziano proprietario dell’immobile dove si trova il ristorante muore improvvisamente. Riuscirà Katharina a ottenere un rinnovo del contratto di affitto dagli eredi del defunto? E che legame c’era fra Ecki e Minka, che per mesi hanno lavorato insieme sotto i suoi occhi nella cucina del ristorante?

I personaggi del romanzo sono brillanti e ben caratterizzati, e il libro è godibile anche da chi non avesse letto i precedenti. Non manca la tensione, che viene abilmente dosata con la descrizione del lavoro di Katharina, nei dettagli della preparazione delle cene del suo ristorante e nelle passeggiate nelle varie zone eterogenee di Colonia. E forse proprio queste due caratteristiche rendono i gialli di Brigitte Glaser molto appetibili: io stessa ho dovuto ricredermi sulla scarsa fantasia o ricercatezza della cucina tedesca, e ho inserito Colonia fra le mete turistiche europee da non trascurare.

Katharina però non riuscirà da sola a sbrogliare l’intricatissima matassa, dove anche lo spionaggio industriale e il comportamento squallido dei suoi competitors ristoratori hanno una grande importanza. Il commissario Brandt, una new entry nei romanzi della Glaser, aiuterà l’eclettica e vivace cuoca a scoprire la verità. Non vi svelo nulla sul lieto fine delle indagini, ma questo Brandt mi piace molto, e vorrei che entrasse a far parte della vita di Katharina, vista la comune passione per la cucina. Chissà se Brigitte Glaser ha già seguito il mio consiglio…


" Buffet al veleno. La cuoca Katharina e il terribile sospetto " di Brigitte Glaser, è un giallo davvero godibile di circa 330 pagine, ottimamente tradotto da Stella Maris e pubblicato dalle Edizioni Emons, specializzate in Gialli Tedeschi. Potete acquistarlo sia in versione cartacea sia in ebook, anche direttamente sul sito della Casa Editrice.



Recensione scritta originariamente per MilanoNera, infatti la potete leggere anche qui





martedì 18 giugno 2019

" Una contessa a Chinatown ": la Miss Marple nella Milano anni '50 di Dario Crapanzano.




Dario Crapanzano porta in libreria " Una contessa a Chinatown " edizioni SEM, il secondo romanzo che ha per protagonista Margherita Grande, detta Rita. Per chi non avesse letto il primo libro della serie (ma si può leggere il secondo senza problemi), Rita è una giovane, brillante e simpatica squillo, che esercita il suo mestiere nella villa della contessa Vergani.

Siamo nella Milano dei primi anni ’50, e i clienti della contessa, anche lei prostituta prima di incontrare, sposare, e rimanere poi vedova del ricco e anziano conte Vergani, sono professionisti, magistrati, avvocati, insomma la crème de la crème milanese. 

Grazie alla sua bravura e fantasia, Rita con il suo lavoro è riuscita ad acquistare un grande appartamento, dove mantiene l’anziana nonna e i due fratellini minori, che ancora vanno a scuola. Rita è orfana di entrambi i genitori, ma Dario Crapanzano non ne fa un’eroina drammatica né spinge il lettore a provare compassione per lei. La protagonista, al contrario, è una ragazza intelligente e determinata, con la sua etica e le sue priorità. 

Se nel romanzo precedente, “ La squillo e il delitto di Lambrate ”, la protagonista si era improvvisata investigatrice per salvare una sua amica, accusata ingiustamente di aver ucciso il fidanzato, qui Rita è coinvolta in prima persona dall’inizio. E’ infatti proprio la sua maitresse, la contessa Vergani, a essere ritrovata morta in un pied-à-terre in via Paolo Sarpi, nella Chinatown milanese. 

La prima frettolosa indagine porterebbe a chiudere il caso come suicidio, ma Rita, che aveva un rapporto amicale oltre che professionale con la defunta, è convinta che la contessa non avesse nessuna intenzione di uccidersi. Lo sconcerto per la sua morte è ancora più grande quando Rita scopre che la contessa le ha lasciato in eredità la splendida villa, dove viveva e dove Rita si prostituiva con le altre ragazze.

A questo punto non le resta che indagare e se il giallo è ben congegnato e anche divertente, le caratteristiche che fanno amare questo romanzo sono le descrizioni, da una parte, della Chinatown milanese negli anni ’50, e dall’altra le abitudini e i proverbi meneghini della nonna di Rita.

Per me è stato davvero una sorpresa scoprire che il piatto di cervella fritta, che adoravo mangiare da bambina, era considerato un lusso della domenica, nella Milano di quegli anni. E sarà la nostalgia per un’epoca che non ho vissuto, essendo nata a Milano molti anni dopo, sarà che vivo a Roma da troppo tempo, questo entrare in punta di piedi nella vita dei milanesi DOC o d’adozione, in quel periodo d’oro, mi ha davvero affascinata. Tanto che non vedo l’ora di leggere la prossima avventura di Rita Grande, ormai non più squillo ma ragazza ricca in una Milano che sta cambiando vorticosamente.


" Una contessa a Chinatown " di Dario Crapanzano, Edizione SEM Società Editrice Milanese, sono quasi 190 pagine di puro divertimento. In attesa della prossima puntata delle avventure di Rita Grande, potete acquistarne una copia cartacea o in ebook in tutte le librerie fisiche e online. 


Questa recensione è stata scritta originariamente per MilanoNera, infatti la potete leggere qui