venerdì 12 agosto 2016

" Lo Sgarro. Rocco Sigaro e il delittaccio della Garbatella " di Leonardo Jattarelli, o di come indaga su un terribile delitto un ex-poliziotto.






Un romanzo noir che ha dalla sua parte due punti di forza: il primo è il protagonista, Rocco Sigaro, che ha deciso di lasciare la polizia e di traslocare dall’Eur alla Garbatella, il secondo è proprio la Garbatella, dove è ambientata la vicenda. L’autore è Leonardo Jattarelli, giornalista de “Il Messaggero” per le pagine Cultura e Spettacoli, ma che in passato si è occupato di cronaca nera, e quest’esperienza si percepisce fin dalle prime righe.

L'autore vive alla Garbatella da 25 anni, e grazie al  suo sguardo affettuoso, quasi appassionato, arriviamo a conoscere non solo gli angoli più particolari di questo rione, ma anche i personaggi che vi abitano. Incontriamo un’umanità genuina, popolare che, forse, è scomparsa nella maggior parte dei quartieri “storici” di Roma. Personaggi così verosimili nella loro descrizione anche nei soprannomi, come i gemelli “diversi” Pesciolino e Pompa, Tinta, dai capelli mutevoli ogni giorno, la Fascistona, il Don, che finiamo per affezionarci subito a ciascuno di loro.

Rocco Sigaro, che ha abbandonato la polizia per motivi che andiamo scoprendo attraverso dei flash back nel romanzo, viene chiamato dal PM Petrosino per farsi aiutare nelle indagini sulla morte misteriosa di Carla Palumbo. Una ragazza che ha perso i suoi genitori da piccola, ed è cresciuta con gli zii alla Garbatella. Da sempre gentile e premurosa con tutti, nei mesi precedenti alla morte Carla si era trasformata in un’altra persona, misteriosa, arrabbiata, sfuggente. 

Rocco, con la collaborazione di Civetta e Saltimbanco, riesce a sbrogliare la vicenda, e il noir mantiene un ritmo elevato, anche nei punti dove il protagonista si confida con noi, raccontandoci i suoi fallimenti come padre, come marito e, in parte, come poliziotto. Rivelazioni condivisibili da molti lettori e lettrici che hanno girato la boa dei 40 anni, rese con uno stile introspettivo e malinconico. Non si può che rimanere conquistati dalla figura di Rocco, ex-poliziotto “loser” che alterna momenti bui, dove si aiuta con le benzodiazepine, a indagini rischiose alla Garbatella.  

Attraverso stralci di narrazione che ci raccontano il punto di vista di altri personaggi, coinvolti in vario modo nel delitto, arriviamo a intuire le vicende che hanno portato alla morte di Carla. Lo svelamento finale è affidato a Rocco Sigaro, che nel risolvere il caso scopre insieme a noi particolari curiosi ed esoterici della Garbatella. Notevoli e utili nel comprendere l'ambientazione sono le foto in b/n di Marco Rocchi, nelle ultime pagine del libro, che ci mostrano i luoghi de “Lo Sgarro”.

Un noir avvincente e crepuscolare nel contempo, che affascina nella lettura sia chi conosce la Garbatella sia chi non ci è mai stato. “Lo Sgarro” è sorretto da una profonda conoscenza della cronaca nera e da una scrittura fluida, intensa ma venata da squarci di confidenze ironiche e disincantate. Mi auguro di poter incontrare di nuovo Rocco Sigaro in un altro romanzo, ambientato alla Garbatella o altrove a Roma.



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