venerdì 12 maggio 2017

" Tutto quello che non ricordo " di Jonas Hassen Khemiri o di come essere uno, nessuno e centomila.




Ho "conosciuto" l'autore del libro qualche mese fa, in un interessante reportage televisivo con interviste ad alcuni scrittori svedesi. Mi aveva molto colpito la sua affermazione che in Svezia sia presente una certa dose di razzismo verso gli immigrati o verso chi è nato da coppie miste come lui (madre svedese, padre tunisino). Jonas Hassan Khemiri vive a Stoccolma, ha pubblicato 6 libri, tradotti in varie lingue, e 6 drammi teatrali: ha ricevuto vari premi in entrambe le categorie. Nel 2013 ha avuto enorme notorietà la sua lettera aperta al Ministro di Giustizia svedese, dove spiegava come in Svezia è molto più facile essere arrestati se si hanno la pelle scura e i capelli lunghi come lui. Quando mi è capitato fra le mani il suo ultimo libro "Tutto quello che non ricordo", l'ho letto quindi subito con molta curiosità. 

La struttura del romanzo a prima vista sembra essere quella del genere giallo, ma non c'è nulla in comune con le opere dei più famosi scrittori nordici: qui la vittima è proprio il protagonista, Samuel, e lo scopriamo nelle prime pagine. All'autore non interessa infatti farci scoprire chi ha ucciso Samuel, anche lui figlio di madre svedese e padre arabo, ma piuttosto indagare su chi fosse veramente il ragazzo. 

Jonas Hassan Khemiri pare volerci svelare chi sia Samuel attraverso il punto di vista di varie persone che lo hanno conosciuto, narrazioni che vengono raccolte da uno scrittore senza nome, alter ego dell'autore, con apparente casualità. Ma più proseguiamo nella lettura del romanzo, e più l'immagine complessiva del protagonista si sfuma, diventa contraddittoria e ambigua. 

Samuel mi è apparso come l'antagonista perfetto di Faber, protagonista dell'omonimo romanzo di Tristan Garcia (se non avete ancora letto " Faber ", ve lo consiglio di nuovo e potete saperne di più leggendo la mia recensione qui ). Laddove Faber, orfano di genitori algerini in Francia, è affascinante, seduttore e leader già da ragazzino, il Samuel di " Tutto quello che non ricordo " è un novello Zelig di alleniana memoria (non conoscete il film....non so che dire, guardatelo più tardi da qui ). Desideroso di imparare quante più cose possibili sulla vita umana, anche le più assurde e inutili, Samuel viene descritto da alcuni come un ragazzo generoso, da altri come estremamente tirchio; per qualcuno è empatico, anzi fin troppo attento alle esigenze altrui, per qualcun altro egocentrico ed egoista; fin troppo maturo per la sua giovane età ma a volte infantile e narcisista. Tutte le descrizioni e le sfaccettature contrastanti di Samuel, vere o funzionali ai bisogni e al senso di colpa di chi le narra, non ci aiutano a capire chi fosse veramente il ragazzo o perché è morto. Attraverso i vari personaggi narranti, che paiono usciti da una dramma pirandelliano, assistiamo a un affresco allegorico della società svedese, con zone d'ombra che paiono ingoiare tutti: svedesi e figli di immigrati, giovani e vecchi. 

E bravissimo è l'autore a farci arrivare, quasi per caso, all'autentico punto fermo: come Samuel era uno, nessuno e centomila e mai avremo certezze sulla sua vita e sulla sua morte, allo stesso modo sono cangianti gli altri personaggi del romanzo e la stessa società svedese. Un enigma nel e del romanzo che Jonas Hassan Khemiri lascia volutamente insoluto. Da leggere, lasciandosi trasportare dallo stile narrativo non usuale, per provare a comprendere cosa stia accadendo non solo nella società svedese ma in tutta la nostra vecchia Europa. 


Jonas Hassan Khemiri ha vinto l'importante premio svedese Augustpriset per " Tutto quello che non ricordo ", pubblicato all'inizio dell'anno in Italia da Iperborea, tradotto ottimamente da Alessandro Bassini. E' un romanzo di 252 pagine dense e struggenti che potete trovare sia in cartaceo sia in ebook nelle librerie oppure online anche qui