venerdì 26 aprile 2013

Radiografia di un premier

E dopo le interviste ai vicini di casa di Enrico Letta, al barista che gli prepara la colazione a Testaccio, al proprietario della pizzeria preferita, all'edicolante e al tabaccaio (dove non compra le sigarette, ma i biglietti per l'autobus, s'intende), aspettiamo con ansia le rivelazioni della sua maestra d'asilo e della prima fidanzatina alle elementari.

giovedì 25 aprile 2013

Al Centro Impiego che non trova impiego

Venerdì scorso sono costretta a ritornare al Centro Impiego delle Circoscrizioni XYZ per richiedere la fotocopia di un documento, necessaria per una vertenza di lavoro (la fotocopia l'avevo già ottenuta nel mese di novembre dell'anno scorso, ma la persona che si occupava della vertenza l'ha persa...andiamo oltre). Arrivo verso le dieci e la prima persona che incontro, in uscita dall'ufficio, è un uomo di più di cinquant'anni che si esercita in imprecazioni romanesche a me ancora sconosciute, nonostante i miei sette anni di vita nella capitale. Entro titubante e, invece, riscontro una inaspettata e piacevole sorpresa: ci sono solo quattro o cinque persone in attesa.
Prendo il fatidico numeretto per "Liste mobilità" (in quell'ufficio c'è la mia pratica con il documento che mi serve), e intanto consulto (si fa per dire) le offerte di lavoro nella bacheca. Inavvertitamente dico ad alta voce "Che cavolo, le uniche offerte adatte a me sono a Pomezia", e sento una voce alle mie spalle che mi risponde "Eh, qui a Roma lavoro non ce n'è". Mi volto stupita e mi ritrovo vis à vis con una guardia giurata (a cosa serva una guardia giurata in un ufficio di collocamento, pardon centro per l'impiego, lo capirò soltanto dopo). Quasi divertita per la sincerità dell'esternazione, ribatto " E allora cosa tocca fare? Andare in giro con il piattino?". La guardia giurata, forse impietosita dalla mio accento milanese (è ovvio che non troverò mai lavoro a Roma), mi suggerisce di visitare il tale ufficio privato XX (dalla parte opposta di Roma). Lo ringrazio per l'informazione e nel frattempo guardo il tabellone con i numeri.
A questo punto un'impiegata esce da uno degli uffici e si rivolge a me e alle tre persone rimaste in attesa: " E' inutile che rimanete qui, tanto Internet non funziona". Le tre donne si alzano in piedi e cominciano a protestare "Non è possibile, è un mese che continua così, ma voi non fate niente per farlo sistemare? E noi come facciamo? Ma avete avvisato chi lo deve sapere? Perché non chiamate i carabinieri?" e via discorrendo sempre più animatamente. L'impiegata finge empatia e scontento, e risponde che hanno già avvisato, ma nessuno fa niente. Io la rassicuro che mi serve solo una fotocopia di un documento, e non internet, e lei mi risponde che "Da noi non esiste più il cartaceo".
Nel frattempo, magicamente, esce il mio numero e, onde evitare di assistere a scene di sangue, corro nell'ufficio indicato sul tabellone...Mi ritrovo la stessa impiegata della volta precedente e due uomini, seduti ad altrettante scrivanie fornite di pc inanimati. Chiedo se cortesemente mi può fare una fotocopia del documento che mi serve (tanto non ha nulla da fare, almeno per tutta la mattinata), ma lei si sente in dovere di chiedere conferma ai colleghi. Sto per dirle che me l'ha già fatta una volta senza creare problemi, ma non mi sembra il caso di passare per la solita svampita che perde le cose. I colleghi la rassicurano: il documento l'ho consegnato io stessa e quindi posso averne una copia. Mentre l'affabile giovane smucina fra i faldoni (delle pratiche cartacee che non esistono più), chiedo quanto dura il periodo della mobilità, in caso mi chiamasse qualche azienda per un colloquio. La solerte impiegata mi ribatte che praticamente io non sono in mobilità, allora insisto che mi era stata confermata la mia iscrizione alle liste (la pratica è nel faldone mobilità ex legge 236 ecc ). Sì certo, ma ogni anno cambiano le leggi (!) e quest'anno gli incentivi per le aziende ci sono solo per chi assume personale in cassa integrazione.
Finalmente una buona notizia. Esco rinfrancata dal Centro Impiego che non trova un impiego a nessuno, ma dove una ventina di persone, che un impiego ce l'hanno, passa le giornate a guardarsi l'ombelico, solo perché il server ha crashato da un mese. Dimenticavo: sia chiaro, come spiegato dall'impiegata numero uno, che  il server è lo stesso utilizzato da tutti i centri impiego di Roma e dintorni, quindi anche gli altri uffici sono nella stessa situazione.
Adesso se qualcuno mi chiederà : Ma come mai non trovi lavoro con l'esperienza, gli studi e le lingue conosciute ecc ecc? potrò rispondere: Perché nei Centri Impiego di Roma il cartaceo non esiste più ma Internet non funziona.


giovedì 11 aprile 2013

Omogeneizzazione lavorativa a Roma.

C'è qualcosa di mestamente consolatorio nelle mie esperienze lavorative a Roma: vengo sfruttata e presa in giro dal mio interlocutore (diciamo capo o datore di lavoro), a prescindere che sia romano, ciociaro, milanese o straniero che vive a Roma da anni. Appurato questo, comincio a chiedermi se le mie radici lombarde, difficilmente mimetizzabili, giochino un ruolo nella coazione (mia) a ripetere o nella coazione (altrui) a prendermi in giro. Si attendono suggerimenti anche da non addetti ai lavori...