lunedì 24 giugno 2013

La rovina dell'Italia.

Qualche tempo fa, ad una riunione di amiche che non incontravo da almeno vent'anni, mi ritrovo a chiacchierare con lei, la manager di successo, la ragazza più corteggiata di tutto il liceo, la stessa che in prima aveva già una lista di ex più lunga di quella che io ho adesso.
E allora, le chiedo, hai votato per quella persona che ti avevo segnalato nella mia mail? 
No, mi risponde lei, perché sarebbe stato un voto inutile. Ho preferito votare per XY del PD. A stento trattengo una risata: tu hai votato per quella scamorza? Non mi sembri il tipo. 
Certo, mi dice lei, lo so che non vale nulla, ma era l'unica alternativa a Berlusconi. E poi aggiunge, guardandomi di sottecchi, con un sorrisetto fra il malizioso e lo strafottente (lo stesso di vent'anni prima), e Berlusconi è la rovina dell'Italia.
Bello sentirselo dire da una dirigente che ha fatto tutta la sua carriera, subito dopo la laurea alla Bocconi, proprio nelle aziende del cavaliere.
D'altra parte mica è colpa sua, della mia amica intendo, se in Italia c'è chi può permettersi di sputare nel piatto d'argento dove mangia, e chi invece non ha nulla da mettersi nel piatto, e gli sputi li prende in faccia tutti i giorni.
Chissà cosa avrà pensato oggi, la mia amica, alla notizia della sentenza di condanna del suo capo. Immagino solo il suo solito sorrisetto di compatimento, quello che si rivolge ad una povera sfigata (come la sottoscritta). La frase di circostanza poco importa, l'avrà trovata in qualche libro, di quelli che al liceo odiava leggere.

1 commento:

gianclaudio ha detto...

Leggere serve a poco, e, in fondo, anche saper scrivere.
Parlare, invece, aiuta assai.