martedì 1 ottobre 2019

RECENSIONE " L'ultima estate " di Andrée A. Michaud, e il passaggio dall'innocenza alla conoscenza.





Andrée A. Michaud, scrittrice canadese francofona, arriva nelle librerie italiane con il suo noir "L'ultima estate" che gli è valso il Gouverneur Général, il più prestigioso riconoscimento letterario nel suo paese. Il titolo originario del suo noir è "Bondrée" (Boundary in inglese), che è il paradiso boschivo nel quale si svolgono le vicende narrate.

Bondré si trova nel Québec, sul confine con gli Stati Uniti, un luogo di villeggiatura spartano ed idilliaco insieme, meta di famiglie di turisti americani. Ogni famiglia vive le vacanze nel suo cottage in modo semplice, a contatto con la natura. A sconvolgere la tranquillità di quell’eden boschivo sono Elizabeth detta Zaza e Sissy, due adolescenti che fanno girare la testa a molti ragazzi (e anche uomini sposati) del camping. Cantando ad alta voce, fumando e vestendo in modo vistoso, le due ragazze portano nel luogo di vacanze un pochino di quello spirito libero che negli stessi mesi del 1967 ardeva nella Summer of Love di S.Francisco. A loro si aggiunge Françoise, detta Frenchie, più piccola ma desiderosa di imitare le due ragazze in tutto e per tutto.

La prima vittima nella storia è proprio Zaza, ma dapprima si pensa che la sua morte sia stata un incidente, poiché viene trovata nel bosco dilaniata da una tagliola per orsi. Quando il villaggio di vacanzieri si ritrova con una seconda vittima, l’ansia e il terrore prendono possesso di tutti. Alcuni cominciano a pensare a un serial killer, mosso dallo spirito di Pierre Landry. Quest’ultimo era un abitante del luogo, un cacciatore misantropo che si era suicidato parecchi anni prima a causa di un amore non corrisposto. Ecco così che l’eden boschivo bucolico si trasforma in un bosco maledetto, dove la solidarietà fra gli uomini che vanno a cercare le tagliole abbandonate non è utile a evitare una seconda vittima, e forse una terza. 

Andrée A. Michaud è particolarmente abile nel tratteggiare i personaggi delle giovani adolescenti e, sebbene le voci narranti nel romanzo siano più di una, su tutte ci si affeziona a quella della dodicenne  Andrée. Chi di noi non ha vissuto il suo primo bacio estivo, o l’invidia per le sue amiche più grandi che girano da sole, fumano e sono desiderate da tutti i ragazzi? Zaza e Sissy sono questo per Andrée e anche per Frenchie, un modello da emulare, quando si è ancora piccole ma si ha fretta di crescere. Nello stesso tempo le due ragazze più grandi suscitano negli uomini sposati desideri proibiti, che essi stessi non vorrebbero avere.

L’autrice privilegia l’analisi psicologica dei personaggi femminili, ma anche i protagonisti maschili sono autentici nelle loro difficoltà personali. Fra tutti risultano ben riusciti i caratteri di Brian Larue, che deve fare da interprete fra villeggianti francofoni e americani e investigatori canadesi, e il vice ispettore Jim Cusack, così ossessionato dalle indagini da allontanarsi dalla moglie Laura. 

Un noir dalla narrazione corale, ma su cui svetta il punto di vista di Andrée, la ragazzina che, da bambina (Little Doll come la chiamano Zaza e Sissy), si ritroverà di colpo adolescente alla fine dell’estate. E in effetti “ L’ultima estate ” è anche un poetico romanzo di formazione, che racconta con attenta partecipazione la perdita dell’innocenza di giovani adolescenti. 



" L'ultima estate " di Andrée A. Michaud, edizioni Marsilio, è un noir poetico e atipico, 350 pagine che vi porteranno in un paradiso terrestre con tensioni sotterranee. Disponibile sia in ebook sia in versione cartacea.

Questa recensione è stata scritta originariamente per MilanoNera, infatti la trovate anche qui:












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