martedì 18 giugno 2019

" Una contessa a Chinatown ": la Miss Marple nella Milano anni '50 di Dario Crapanzano.




Dario Crapanzano porta in libreria " Una contessa a Chinatown " edizioni SEM, il secondo romanzo che ha per protagonista Margherita Grande, detta Rita. Per chi non avesse letto il primo libro della serie (ma si può leggere il secondo senza problemi), Rita è una giovane, brillante e simpatica squillo, che esercita il suo mestiere nella villa della contessa Vergani.

Siamo nella Milano dei primi anni ’50, e i clienti della contessa, anche lei prostituta prima di incontrare, sposare, e rimanere poi vedova del ricco e anziano conte Vergani, sono professionisti, magistrati, avvocati, insomma la crème de la crème milanese. 

Grazie alla sua bravura e fantasia, Rita con il suo lavoro è riuscita ad acquistare un grande appartamento, dove mantiene l’anziana nonna e i due fratellini minori, che ancora vanno a scuola. Rita è orfana di entrambi i genitori, ma Dario Crapanzano non ne fa un’eroina drammatica né spinge il lettore a provare compassione per lei. La protagonista, al contrario, è una ragazza intelligente e determinata, con la sua etica e le sue priorità. 

Se nel romanzo precedente, “ La squillo e il delitto di Lambrate ”, la protagonista si era improvvisata investigatrice per salvare una sua amica, accusata ingiustamente di aver ucciso il fidanzato, qui Rita è coinvolta in prima persona dall’inizio. E’ infatti proprio la sua maitresse, la contessa Vergani, a essere ritrovata morta in un pied-à-terre in via Paolo Sarpi, nella Chinatown milanese. 

La prima frettolosa indagine porterebbe a chiudere il caso come suicidio, ma Rita, che aveva un rapporto amicale oltre che professionale con la defunta, è convinta che la contessa non avesse nessuna intenzione di uccidersi. Lo sconcerto per la sua morte è ancora più grande quando Rita scopre che la contessa le ha lasciato in eredità la splendida villa, dove viveva e dove Rita si prostituiva con le altre ragazze.

A questo punto non le resta che indagare e se il giallo è ben congegnato e anche divertente, le caratteristiche che fanno amare questo romanzo sono le descrizioni, da una parte, della Chinatown milanese negli anni ’50, e dall’altra le abitudini e i proverbi meneghini della nonna di Rita.

Per me è stato davvero una sorpresa scoprire che il piatto di cervella fritta, che adoravo mangiare da bambina, era considerato un lusso della domenica, nella Milano di quegli anni. E sarà la nostalgia per un’epoca che non ho vissuto, essendo nata a Milano molti anni dopo, sarà che vivo a Roma da troppo tempo, questo entrare in punta di piedi nella vita dei milanesi DOC o d’adozione, in quel periodo d’oro, mi ha davvero affascinata. Tanto che non vedo l’ora di leggere la prossima avventura di Rita Grande, ormai non più squillo ma ragazza ricca in una Milano che sta cambiando vorticosamente.


" Una contessa a Chinatown " di Dario Crapanzano, Edizione SEM Società Editrice Milanese, sono quasi 190 pagine di puro divertimento. In attesa della prossima puntata delle avventure di Rita Grande, potete acquistarne una copia cartacea o in ebook in tutte le librerie fisiche e online. 


Questa recensione è stata scritta originariamente per MilanoNera, infatti la potete leggere qui









2 commenti:

carmen ha detto...

Prendo nota, anche se a dire il vero avevo letto il suo "il giallo di via Tadino" che avevo mollato perchè terribilmente noioso :-(

amenteacida.blogspot.com ha detto...

Carmen, questo ultimo è davvero divertente, e il personaggio di Rita è super. Fammi sapere dopo che l'avrai letto :-)