Dopo “ Il quadro maledetto ”, il primo romanzo
di Fabrizio Santi (di cui potete
leggere la mia recensione qui ), ecco l’opera seconda, ambientata sempre a
Roma ma con un protagonista differente. Giulio Salviati è uno
scrittore romano di gialli, in crisi d’ispirazione dopo aver pubblicato alcuni
libri di successo. Inaspettatamente uno sconosciuto gli propone, pagandogli una cospicua ricompensa, di indagare sul furto dell’Unicum, un manoscritto cinquecentesco
trafugato dal monastero di S. Gregorio al Celio. Salviati, in parte perché
ormai a corto di soldi, in parte perché non riesce a scrivere un nuovo romanzo,
accetta la proposta.
Si ritrova così a indagare su questo manoscritto, che
parrebbe senza valore né letterario né economico. Eppure nella vicenda lo
scrittore troverà sul suo cammino ben due omicidi e una setta segreta dai fini
misteriosi. Ad aiutarlo nel tentativo di risolvere il mistero c’è Elena, una
giovane che lavora alla biblioteca Angelica, dove Salviati si reca per cercare
tracce dell’ Unicum in altri libri.
Lo stile di Fabrizio
Santi è sempre gradevole e la suspense è supportata da una buona dose di
autoironia del protagonista. La caratteristica che ho apprezzato di più in
questo giallo, come nel precedente, è la descrizione precisa, che non diventa mai fine a se stessa o pedante, di vie, luoghi, monumenti,
dell’atmosfera stessa di Roma: si percepisce l’amore dell’autore per la sua
città.
Non manca, come nel romanzo precedente, un'aura di esoterismo che avvolge sia il manoscritto rubato, sia alcuni dei personaggi che il protagonista incontra nelle sue ricerche. E la fine del giallo, di cui non rivelo alcun particolare, lascia avvolto il lettore nel rinvio a un mistero imponderabile ma esistenziale che l'autore lascia intuire, così come era avvenuto ne " Il quadro maledetto ".
Se c’è un neo nel romanzo è forse la descrizione della storia
d’amore fra Salviati ed Elena, che vediamo nascere ma che pare rimanere sempre
sospesa. Non penso che siano necessari dettagli “forti”, ma qualche cenno
realistico, nei passaggi in cui il protagonista e la ragazza sono soli, avrebbe
giovato all’impianto narrativo del romanzo e alla caratterizzazione dei due
personaggi. Almeno secondo il mio personalissimo parere.
Un romanzo che
consiglio quindi agli appassionati del genere che non amano gli scenari pulp o le descrizioni troppo crude, ma che vogliono
trovare rispettati i canoni dei gialli classici. Attendo comunque di leggere il
terzo romanzo di Fabrizio Santi, al cui stile scorrevole ma a tratti erudito mi
sono già affezionata.
Il romanzo, 335 pagine avvincenti, esiste in versione ebook e cartacea; lo potete trovare in tutte le librerie, fisiche e online, oppure direttamente sul sito della Newton Compton Editori vedi qui
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